Pecorino di Laticauda

aggiornato al 12/01/2020
Pecorino di Laticauda
Formaggio grasso, fresco, semistagionato o stagionato, a pasta cruda e dura, di latte ovino intero, crudo, che proviene da pecore di razza Laticauda o Bagnolese, allevate in aziende di piccole dimensioni a gestione familiare e lontani dai grandi insediamenti urbani. Prodotto tutto l’anno (più frequentemente da novembre a luglio) nei territori montani delle province di Avellino, Benevento e Caserta, viene consumato già dopo 2 giorni (Fresco), ad almeno 2 mesi (Semistagionato) e a 4÷12 mesi (Stagionato). Il bestiame è alimentato quasi esclusivamente a pascolo brado o semilibero con erba fresca o affienata, salvo poche integrazioni nei mesi invernali, in modo tale che le ricche e variate essenze del pascolo forniscano al formaggio un aroma intenso e caratteristico. La forma cilindrica, a facce piane del diametro di 20 cm, con scalzo diritto o leggermente convesso di 4÷8 cm e peso di 1,5÷2,5 Kg (talvolta anche di circa 5 Kg), presenta una superficie segnata dalle rigature impresse dalle fuscelle o dai cesti di vimini, con tutte le caratteristiche morfologiche del prodotto molto condizionate dalla durata della stagionatura e dai trattamenti superficiali: la crosta da sottile e morbida diventa più spessa, dura e untuosa, di colore giallo paglierino÷marrone chiaro (ma in funzione di trattamenti subiti può anche assumere diverse colorazioni); la pasta è di colore da bianco‑paglierino a giallo intenso, con struttura compatta, morbida, grassa e leggermente elastica nel prodotto Fresco, mentre nel prodotto Semistagionato o Stagionato è compatta, abbastanza dura÷dura, untuosa, a tratti farinosa e non aderente allo strumento di taglio, con grana fine, frattura a scaglie, priva di cavità interne e imperfezioni; il sapore da tendenzialmente dolce diventa salato evidenziando anche una discreta piccantezza; l’odore/aroma, inizialmente con prevalenti note lattiche (da “fresche” a “cotte”), diventa sempre più intenso e persistente, fragrante, con riconoscimenti erbacei (delle essenze vegetali aromatiche dei pascoli locali in quota), animali (vello ovino, brodo di carne) ed evidenti composti legati ai processi di stagionatura. Il prodotto, a seconda della durata della stagionatura, può essere consumato già dopo 2 giorni (Fresco), oppure a 2÷4 mesi (Semistagionato) come formaggio “da tavola”, con pane casereccio, oppure dopo 4 mesi e oltre (Stagionato), quando è evidentemente piccante e utilizzato come formaggio da grattugia. L’abbinamento tipico per la tipologia Fresco è con vini bianchi, maturi e morbidi, di buon corpo (es. DOCG Fiano di Avellino, DOCG Greco di Tufo, DOP Sannio Falanghina,…), mentre per quella Semistagionato e Stagionato è con vini rossi invecchiati, di corpo, morbidi e caldi (es. DOCG Aglianico del Taburno, DOP Sannio Aglianico, DOP Sannio Rosso Riserva, …).
Marchi
Classificazione
PAT
Nazione:
Italia
Regioni:
Campania
Province:
Avellino
Benevento
Caserta
Prodotto
Formaggio
Materia prima
Latte
Sale
Lattifera
Pecora
Stato del latte
Crudo
Intero
Temperatura della cagliata
Pasta cruda
Consistenza della pasta
Pasta dura
Pasta semidura
Tempo di stagionatura
Fresco
Semistagionato
Stagionato
Tenore di grasso
Grasso
Tipologia di caglio
Agnello
Tipologia di coagulazione
Presamica
Tipologia di crosta
Trattata
Galleria fotografica
Allegati
Accettazione

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