Canestrato pugliese

aggiornato al 16/03/2023
Canestrato pugliese
Formaggio grasso, a pasta cruda e coagulazione presamica, semistagionato o stagionato. Di origini antiche, viene prodotto in Puglia, durante tutto l’anno, con latte intero e crudo di pecore proveniente da greggi allevate nel territorio individuato dal Disciplinare. Deve il suo nome ai canestri di giunco, tipici dell'artigianato locale dentro i quali il prodotto subisce la prima parte della stagionatura, che segnano molto evidentemente tutta la sua superficie. Il sale usato per la sua salatura è quello grosso, marino, delle saline di Margherita di Savoia.
Ha forma cilindrica, con facce piane di diametro 25÷34 cm, scalzo leggermente convesso di 10÷14 cm, peso di 7÷14 Kg e caratteristiche organolettiche che in buona parte dipendono dalla durata della stagionatura che può durare da 2 a 10 mesi; crosta: di colore marrone tendente al giallo, più o meno rugosa, dura e spessa, trattata con olio d’oliva eventualmente miscelato con aceto di vino; pasta: di colore paglierino, compatta, friabile, discretamente fondente, poco elastica, con occhiatura “grassa” appena visibile; sapore: caratteristico, delicato e leggermente sapido nel prodotto più fresco, più salato in quello stagionato; odore/aroma: intensi e persistenti, fragranti, con riconoscimenti di tipo lattico cotto, erbaceo (erba fresca o fieno), fruttato (mela matura), animale (vello di pecora, brodo di carne). La tradizione vuole che il Canestrato Pugliese DOP venga tagliato a spicchi con il caratteristico coltello detto “a petto di piccione” (o “lunetta per pecorino”) e le parti tagliate devono essere conservate in un panno di cotone umido. Il prodotto semistagionato viene largamente utilizzato in abbinamento con fave, pere o verdure crude in pinzimonio e si associa preferibilmente a vini bianchi o rosati purché secchi e fermi (es. Castel del Monte Bombino, Gravina, Locorotondo, Martina Franca, Moscato di Trani, …); quello più stagionato, invece predilige vini rossi maturi e di buon corpo (es. Primitivo di Manduria, Negroamaro, Salice salentino rosso, Cacc’e Mmitte di Lucera, …) e trova la sua massima espressione in cucina, grattugiato su pasta al ragù di carne (come quello caratteristico alla pugliese), o su involtini di carne, avendo cura di grattugiarlo al momento sul piatto. Il formato di pasta maggiormente usato nella tradizione pugliese è l’orecchietta o, in alternativa, gli ziti, mezzi ziti o le lumache. Questo formaggio diventa un secondo piatto se accompagnato con verdure fresche: sedano, radicchio, cicoria, olive nere e ravanelli, o in umido
Marchi
Classificazione
DOP
Nazione:
Italia
Regioni:
Puglia
Province:
Bari
Foggia
Prodotto
Formaggio
Materia prima
Latte
Sale
Lattifera
Pecora
Stato del latte
Crudo
Intero
Temperatura della cagliata
Pasta cruda
Consistenza della pasta
Pasta dura
Pasta semidura
Tempo di stagionatura
Semistagionato
Stagionato
Tenore di grasso
Grasso
Tecnologie di lavorazione
Pressato
Tipologia di caglio
Animale
Tipologia di coagulazione
Presamica
Tipologia di crosta
Trattata
Galleria fotografica
Allegati
Accettazione
Accettazione DO

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