Vastedda della Valle del Belice

aggiornato al 31/01/2019
Vastedda della Valle del Belice
Formaggio a pasta filata, freschissimo, molle, grasso, ottenuto con latte di pecora intero, crudo, proveniente da una o due mungiture (quella serale e quella del mattino successivo).
Si presenta in forma di una “focaccia” più o meno lenticolare, con facce circolari di diametro 15÷17 cm, convesse e concorrenti, quasi priva di scalzo (spessore max fra le facce 3÷4 cm), peso di 0,5÷0,7 Kg; crosta assente, con superficie di colore bianco avorio, liscia ,compatta, senza vaiolature e/o piegature (è ammessa la presenza di una patina di colore paglierino chiaro); pasta di colore bianco omogeneo, liscia, non granulosa, con eventuali accenni di striature dovute alla filatura artigianale, occhiatura assente o molto scarsa, così come la trasudazione. Il sapore e quello tipico del formaggio fresco di pecora, con note lievemente acidule e mai piccanti; è delicatamente profumato e in bocca prevale una nota di burro, con sottofondo di erbe della Valle del Belice (graminacee, valeriana) e del sentore animale caratteristico del latte fresco di pecora.
Ottenuto esclusivamente dal latte di pecora della razza Valle del Belice, una varietà autoctona nella valle, è un formaggio straordinario per fragranza, suadenza e intensità gustativa, che va consumato freschissimo: dopo circa un’ora dalla formatura è pronto per il consumo.
Occorre tutta la maestria dei casari siciliani per adattare la tecnica della filatura al latte ovino e la Vastedda racchiude tutti i segreti di un'antica tradizione.
Il modo migliore per gustarla è “tal quale”, tagliata in grosse fette e condita con olio extravergine siciliano, pomodoro e origano. È molto utilizzata in cucina, fresca o dopo qualche giorno di maturazione, per la preparazione di piatti quali l'insalata campagnola, il timballo di maccheroni, la “rianata del Belice” (origanata - è detta così perché la ricetta prevede l’uso di molto origano; si tratta in sostanza della pizza al taglio dei giorni nostri), o il tipico “pani cunzatu” condito con abbondante olio d’oliva, origano e sale.
I pastori la accompagnano con vini rossi locali, ma per un formaggio così delicato e fresco è più indicato un vino bianco, meglio se proveniente dai vitigni locali Grillo o Inzolia
Marchi
Classificazione
DOP
Nazione:
Italia
Regioni:
Sicilia
Province:
Agrigento
Palermo
Trapani
Prodotto
Formaggio
Materia prima
Latte
Sale
Lattifera
Pecora
Stato del latte
Crudo
Intero
Temperatura della cagliata
Pasta cruda
Consistenza della pasta
Pasta molle
Tempo di stagionatura
Freschissimo
Fresco
Tenore di grasso
Grasso
Tecnologie di lavorazione
Pasta filata
Tipologia di caglio
Agnello
Tipologia di coagulazione
Presamica
Tipologia di crosta
Assente
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